Il direttore Boffo si è dimesso e i quotidiani di oggi titolano vittoria del premier. Preferisco dire che ha vinto il pessimo giornalismo, sì perché Feltri, sfruttando un dossier falso, è riuscito a montare un caso contro Boffo e Avvenire. Prendendo atto che Boffo è stato coinvolto nel pagamento di un’ammenda da 516 euro e che nessuna denuncia è stata fatto contro di lui in maniera specifica, ma tuttavia dal telefono del suo ufficio, non sorvegliato, provenivano le telefonate e che ulteriori indagini non furono fatte per accertare chi fosse a fare realmente le telefonate dal suo ufficio, non si capisce perché Boffo, pagando un’ammenda si è dimesso, Feltri, che fa pessimo giornalismo spacciando dossier falsi, è ancora in sella alla poltrona di direttore. Come minimo un direttore che spaccia notizie false infangando la professionalità di un giornalista come Dino Boffo, almeno deve dimettersi.
Alla domanda sulle dimissioni di Boffo, il Premier dichiara «Credo possiate leggere i giornali di oggi dove c’è tutto il contrario della realtà. Abbeveratevi della disinformazione di cui siete protagonisti. Povera Italia, con un sistema informativo come questo».
Ha ragione.
I quotidiani in Italia quando pubblicano notizie false, poi palesemente smentite dall’accusato, invece di ritirare la notizia e scusarsi, le continuano a sostenere pervicacemente. Potrei citarvi Il Giornale, Libero, il Tempo che si sostenevano a vicenda contro Boffo, ma a questa lista aggiungo Repubblica, Unità, stampa laica con tendenze al laicismo più sfrenato che, per altri versi, non manca di sostenersi a vicenda su certe battaglie ideologiche.
Riprendo una citazione della lettera di dimissioni di Boffo “Il 3 agosto scorso, in occasione del cambio di direzione al quotidiano «Il Giornale», scriveva Giampaolo Pansa: «Dalla carta stampata colerà il sangue e anche qualcosa di più immondo. E mi chiedo se tutto questo servirà a migliorare la credibilità del giornalismo italiano. La mia risposta è netta: no. Servirà soltanto a rendere più infernale la bolgia che stiamo vivendo»”.
Condivido in pieno: il giornalismo italiano ha toccato il fondo, anzi si avviata una fase del giornalismo che oserei definire giustizialista: accusa falsamente e di fronte alla verità dei fatti, si ostina a sostenere la disinformazione.
Nel lasciarvi i link con cui il direttore Boffo si è difeso contro le accuse, rinnovo la mia piena solidarietà alla sua persona e stima per l’operato che finora a svolto al quotidiano che dovrebbe essere il riferimento di tutti i cattolici italiani.
Spero che, chiudendo questa storia, la stampa italiana possa ritornare ad occuparsi dei problemi degli italiani con serietà e trasparenza.
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