1914 – 2014: cent’anni dalla Grande Guerra
Le prossime elezioni europee del 25 maggio si svolgeranno in un anno particolare che dovrebbe far assumere un significato diverso a queste votazioni. I più non ci hanno fatto caso, ma sono trascorsi cento anni dalla scoppio della prima Guerra mondiale che sconvolse l’Europa insieme a numerose battaglie in Africa, in Asia e nei fondali marini.
Il 28 giugno 1914 l’erede al trono dell’impero austro-ungherese, l’Arciduca Francesco Ferdinando, veniva ucciso da un nazionalista bosniaco e il 4 agosto 1914, dopo vani tentativi diplomatici, gli eserciti prussiani e austriaci si muovevano rispettivamente verso la Francia e verso la Serbia facendo deflagrare un conflitto che avrebbe ucciso e mutilato intere generazioni di cittadini europei (rispettivamente quasi 10 milioni e più di 21 milioni, escludendo i dispersi).
Dopo cent’anni e dopo un altro conflitto mondiale, l’Europa ora è ancora unita sotto un’unica bandiera accomunando popoli e culture diverse in nome della solidarietà, della pace e della libertà. Tuttavia questi pilastri possono essere profondamente minacciati se l’Europa dimentica l’origine della sua integrazione e non saprà dare risposte ai cittadini che, percependo l’Europa come una sola entità burocratica, chiedono un cambio di passo alle istituzioni europee (basta considerare il crescente euroscetticismo trasversale tra i Paesi membri).
Domenica 25 maggio (ore 7-23): elezioni europee
La crisi economica ha amplificato la difficoltà di arrivare a fine mese per le famiglie e di trovare un’occupazione per i giovani e tali ragioni sono valide perché si pensi più ai propri interessi e meno tempo si ha alla partecipazione politica in una fase in cui non ci sono risposte dai governanti ai problemi del lavoro. Credo che l’uomo quando è nel bisogno istintivamente sia portato al “si salvi chi può”, invece che al nobile “sacrificio di sè” per gli altri.
Lo stallo economico sta facendo sentire i suoi effetti: nella sola Genova Fincantieri, Ansaldo, Eriksson, Piaggio sono in piena agitazione, tra cassa integrati e mobilitati, e il relativo indotto è colpito; nel resto d’Italia la situazione non è tanto diversa: la FIAT, ora FCA, ha lasciato di fatto il Belpaese dopo avere goduto di ingenti somme di denaro pubblico con la Cassa integrazioni per salvaguardare i dipendenti e i pochi colossi industriali italiani sono stati e stanno per essere cannibalizzati da paesi stranieri senza aver chiaro quale sia la prospettiva industriale da dare in Italia, mentre la disoccupazione continua a rimanere alta.
La campagna elettorale sta passando sotto tono. Per le strade, prima dell’avvio dei comizi elettorali, pochi erano i “gloriosi” manifesti partitici 4×3 metri affissi diversamente ad una decina di anni fa e ora, in tempo di par condicio, sono ancora meno i manifesti dei partiti e dei singoli candidati negli appositi spazi. Certamente la comunicazione politica sarà cambiata, ma anche i soldi sono finiti!
Poi nel nostro Paese le elezioni europee sono sempre considerate l’occasione per giudicare il Governo nazionale invece di valutare le politiche dell’Unione Europea. Quindi in primis Berlusconi promette la pensione minima ad 800/1000 euro; Grillo urla che, se dovesse vincere, manderà a casa Napolitano (ora mi spieghi cosa c’entra il Presidente della Repubblica con l’elezione del Parlamento europeo) e non solo, decide anche di presentarsi in Tv, da Vespa poi, per fare campagna elettorale (ma non era lui che cacciava i suoi quando si presentavano in televisione mentre ora lui si presenta a “Porta a porta” che ha sempre considerato il salotto dei potenti?! Che coerenza!); Renzi, dopo aver cacciato Letta e senza neanche essere eletto parlamentare, ha promesso 80 euro in busta paga e tale promessa mi ha ricordato il suo avversario Berlusconi che prometteva tante cose nel 2001, ma che poche ne mantenne, ora vediamo cosa accadrà; l’area dei moderati, orfana di una formazione politica che la rappresenti, è in cerca di una voce che ne porti avanti le istanze e mi domando se il Nuovo Centro Destra sarà in grado di farlo con una classe dirigente nuova che sappia spazzare via uomini e donne di dubbia moralità politica al proprio interno (inciso: anche le altre formazioni politiche non scherzano).
Quindi nonostante la “caciara” politica italiana, sarebbe opportuno invece che sapessimo che l’Europa gioca un ruolo fondamentale nella vita di noi cittadini perché attraverso i regolamenti, le direttive e le raccomandazioni e le sentenze della Corte di Giustizia europea ha il potere di vincolare o di suggerire determinate norme per il nostro Paese.
In questi ultimi cinque anni, nel pieno della crisi economica, l’Unione Europea non pare aver dimostrato, almeno nei confronti di alcuni paesi comunitari come l’Italia e la Grecia, vicinanza con aiuti concreti e flessibilità intelligente.
Famiglia: la BCE ha fatto un prestito di 1000 miliardi per salvare i bilanci delle banche europee ma nemmeno un soldo è stato versato a favore delle famiglie e delle imprese strozzate dai debiti.
Diritti civili: premesso che non ho mai compreso l’aggiunta dell’aggettivo “civile” come se esistessero di contro canto dei diritti “incivili”, perché il Parlamento europeo impegna il suo tempo con risoluzioni ideologiche su temi sensibili (famiglia, vita, educazione scolastica, salute) di cui ho già parlato in un precedente post, invece di proporre e spronare la Commissione UE ad adottare politiche che salvaguardino i diritti già normati che non trovano adempimento uniforme nel Continente? In tema di giovani, diritto al lavoro, tassazione finanziaria si stanno creando delle profonde diversità tra Paesi membri tali che si prospetta un’Europa di serie A e di serie B. Perché non si interviene su questi ambiti?
Sociale: molti operatori no profit, che stanno combattendo contro la povertà in aumento, invece di trovare sostegno dall’UE, devono amaramente constatare il blocco dei fondi europei contro l’indigenza. Nonostante le associazione di carità laiche e religiose stiano operando perché ci sia il minor spreco tra le risorse distribuite, tra questi il Banco alimentare i cui aiuti dipendono dall’AGEA sarà costretto ad una raccolta straordinaria il prossimo 14 giugno chiedendo aiuto alla generosità dei singoli cittadini.
Agricoltura: invece di sostenere la biodiversità e le tradizioni agricole, la Commissione europea minaccia di infrazione il nostro Paese se non adotta le semenze OGM. Ora chi ha avuto modo di assaggiare frutta e verdura di tale consistenza, nota la differenza tra la specie naturale e quella OGM. Ora, a chi giova adottare e imporre quote di OGM nel settore agricolo? Quali aziende hanno interessi nell’OGM? Perche il nostro Paese deve svendere la qualità e la diversità in nome della libera circolazione di alimenti artefatti invece di essere incentivato a riscoprire le varietà già esistenti?
Immigrazione: nonostante il progetto Mare Nostrum co-finanziato dall’UE, l’Europa ha abbandonato l’Italia ad affrontare il problema senza una politica frontaliera comune che veda coinvolti gli altri Paesi membri sordi alle criticità dei confini meridionali. Il fatto che stupisce di più è che il problema riguarda uomini e donne disperati che cercano di fuggire dalla miseria. Se l’UE è particolarmente rigorosa nei conti e nel tutelare la libera circolazione delle merci, perché non è altrettanto rigorosa e attenta nel salvare la vita di vite umane nei viaggi della disperazione, sostenendo il nostro Paese e avviando un serio confronto con i Paesi da cui provengono e partono gli immigrati?
Esteri: la voce dell’UE in politica estera è praticamente pari a zero e la debolezza dell’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, ne è la dimostrazione. Sulle cosiddette primavere arabe, la crisi in Siria e quella attuale in Ucraina, l’UE non ha assolutamente assunto una posizione decisa, ponendosi anzi in una situazione supina rispetto agli USA e alla Russia. Parentesi: la debolezza della politica estera europea è pari a quella italiana dove l’attuale ministro degli Esteri, Federica Mogherini, non mi pare assolutamente paragonabile ad Emma Bonino che, al di là della provenienza partitica, ha avuto e ha l’esperienza e le competenze in questo ambito.
Su questi temi vorrei che i partiti italiani potessero fare delle proposte e dire come agirebbero con i propri rappresentanti eletti, invece di divagare su temi strettamente nazionali su cui il Parlamento europeo non ha nessuna competenza.
Tuttavia un elemento positivo della legge elettorale italiana per le Europee c’è: la possibilità da parte dell’elettore di esprimere un numero massimo di tre preferenze (al massimo 2 maschili e una femminile o viceversa pena la nullità della terza preferenza) e quindi di scegliere il candidato che più si avvicina ai suoi valori. Ecco un motivo in più per esercitare il proprio diritto di voto.
Sui valori si giocherà la sfida della prossima legislatura europea perché o l’Unione Europea, consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, si fonderà su valori della dignità umana, della libertà dell’uguaglianza e della solidarietà, creando uno spazio di sicurezza e giustizia (cfr. Preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell’UE) oppure la strada della disgregazione comunitaria sarà dettata dalla vittoria degli euroscettici e dei nazionalismi di ritorno.
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