21 marzo 2012. Primo giorno di primavera, ultimo consiglio municipale.
Si chiude un ciclo amministrativo presso il Municipio (2007-2012) con l’ultima riunione, intensa di lavoro e di pareri da esprimere.
Anche questa volta non sono mancate le ultime stoccate per un’amministrazione comunale che non sa programmare i lavori perché tra lunedì e mercoledì c’è stato un tour de force di convocazioni municipali che si potevano diluire in quest’ultimo mese e affrontare con più serenità. Semplifico: proposte di delibera della Giunta Comunale di ottobre, novembre e dicembre 2011 sono state affrontate solo nel marzo 2012! Questioni di procedura direte, ma questa è la programmazione!
Le proposte vertevano sull’aumento o l’istituzione di alcune tariffe (richiesta video alla polizia municipale, servizi sociali, rinuncia alla proprietà dei cani) e il fatto, che lascia perplessi, è che queste entrerebbero in vigore dal 1 gennaio 2012, ma manca il bilancio previsionale 2012 in cui inserirle. Quindi non si capisce neanche come incassare i soldi se non si ha un salvadanaio, ossia il bilancio, in cui inserire le entrate.
L’altra questione oggetto del Consiglio è stato il parere sul progetto preliminare del Piano urbanistico comunale (PUC), quel documento che indica cosa e dove costruire, il cuore dell’attività edilizia e della messa in sicurezza del nostro Municipio e della nostra città.
PUC 2012-2022
Nonostante come gruppo UDC abbiamo tentato di migliorare il documento, l’amministrazione comunale non ha accettato alcune nostre proposte. Di seguito alcune ragioni del nostro dissenso.
A Bolzaneto due importanti zone saranno oggetto di trasformazione: l’area di Trasta e l’area ex Bruzzo. Nessuna di queste prevede un servizio pubblico che permetta di avere un area verde, uno spazio ricreativo nel quartiere. Dunque per altri 10 anni non ci saranno possibilità di avere una piscina, un campetto, una palestra per i ragazzi della zona accessibile 5 minuti dalla delegazione.
Non nego che è importante attirare in quelle zone attività produttive, compatibili con l’ambiente, (vista l’importanza di creare lavoro), ma non aver previsto neanche una zona ad uso pubblico è l’ennesimo errore di questa amministrazione per costringere i residente ad andare fuori.
Ospedale di vallata: come gruppo abbiamo condiviso l’idea che l’ospedale di Pontedecimo debba rimanere aperto fintanto che il territorio non avrà una piastra sanitaria nell’area ex Miralanza e il nuovo ospedale nell’area di Villa Bombrini a Cornigliano. Qua però sorge il problema. Secondo le carte idrogeologiche del PUC la zona di Cornigliano, essendo alla foce del torrente Polcevera, è soggetta ad inondazione e se non fossero date le garanzie adeguate di viabilità e sicurezza territoriale, la costruzione dell’ospedale in questa zona verrebbe meno!
Istituto italiano di tecnologia – IIT: nelle linee guida del PUC non si ribadisce in maniera chiara che il polo tecnologico italiano debba rimanere nel Municipio. Perché non vorrei che fosse spostato nel polo di Erzelli a Sestri Ponente. Avere l’IIT nel Municipio è un valore aggiunto per tutto il territorio, basta notare i ricercatori che si incontrano e si sentono con il loro inglese sui mezzi AMT 7 e 8. Sarebbe un peccato che il Comune spostasse la struttura e non fosse valorizzato il centro di ricerca a Morego, potenziandolo con la costruzione di residenze ad hoc, collegamenti con l’hotel San Biagio e, perché no, attirando qualche pub in zona.
Piste ciclabili: sembra che debbano fiorire nel Municipio. Mi chiedo se ci sono le condizioni tecniche da Codice della strada e se non sarebbe sufficiente già oggi per i ciclisti avere le strade sicure evitando la sosta selvaggia da parte degli automobilisti nelle strade principali delle Valle. Sarebbe un piccolo punto di partenza per avere corsie un po’ più sicure.
Forti: si parla di valorizzazione ma mi chiedo se c’è un progetto organico sul turismo: perché non ristrutturare i forti, creare percorsi specifici per attirare i turisti, creare un sistema con funicolari di collegamento con gli altri municipi e far riscoprire anche un altro pezzo di storia di questa città che alle sue spalle ha un valore storico di grandissimo rispetto?
Piani di Bacino: già nel 2010 era iniziato il lavoro sul PUC con determinate valutazioni sulle inondazioni nelle diverse zone della città. Il 4 novembre 2011 c’è stata un’altra alluvione a Genova e quelle valutazioni invece di cambiare e farsi più restrittive sono rimaste le stesse: invece di pensare a trovare soluzioni urbanistiche rispettose dell’ambiente ed evitare che i torrenti straripino, il PUC non è cambiato.
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