Manca meno di un mese alle elezioni regionali e al referendum costituzionale. In questa sede mi soffermo sul referendum costituzionale con il quale si vuole ridurre il numero dei parlamentari della Camera e del Senato della Repubblica da 945 (630+315) a 600 (400+200).
Il 20 e 21 settembre gli elettori sono chiamati a confermare con un SI o bocciare con un NO la riforma costituzionale oggetto di voto.
Esprimo una sola ragione per dire NO al quesito referendario: questa riduzione dei parlamentari è antidemocratica e anti rappresentativa del Popolo italiano.
Chi ha approvato la Riforma in Parlamento (di cui il Movimento 5 Stelle è stato il principale fautore) ha motivato questa scelta con la volontà di ridurre i costi della politica non accorgendosi o facendo finta di non accorgersi che così riduce sensibilmente i rappresentanti del Popolo italiano nelle Aule Parlamentari.
La riduzione dei costi della politica non passa da attraverso un taglio dei rappresentanti del Popolo, scelti con gli appuntamenti elettorali ma riducendo gli stipendi, i servizi e i rimborsi di cui godono i deputati e nel rimodulare le spese dell’apparato amministrativo che interessa tutto il Parlamento affinchè i Parlamentari non abbiano un trattamento, di orwelliana memoria, più uguale degli altri cittadini Italiani che rappresentano.
Ciò detto, consci che non vige il vincolo di territoriale perché ogni deputato rappresenta tutto il Popolo Italiano, analizzando alcuni numeri, si evince quanto segue:
- il 18 aprile 1948, anno in cui si svolgevano le prime elezioni della Repubblica Italiana, si votarono i 945 deputati e la popolazione italiana era pari ad 46.210.000 milioni (ISTAT 1948), scaturendo così un rapporto di un deputato per 48.899 abitanti;
- il 4 marzo 2018, dopo 70 anni dalle prime elezioni del Parlamento Repubblicano, la popolazione italiana era pari a 60.483.973 (ISTAT 2018) e il rapporto tra elettore e popolazione è passato ad 64.004, con un aumento della rapporto rispetto al 1948.
Se la riforma andasse a regime con il taglio dei deputati, nel 2020 il rapporto tra eletto ed elettori passerebbe ad 1 per 100.408 abitanti.
Anno | Deputati | Popolazione | Rapporto eletto/popolazione |
1948 | 945 | 46.210.000 | 48.899 |
2018 | 945 | 60.483.973 | 64.004 |
2020 | 600 | 60.244.639 | 100.408 |
Solo questi numeri fanno desumere come la riforma sia anti democratica e anti rappresentativa, aggiungendo il fatto che le liste bloccate dell’elettorato passivo dell’attuale legge elettorale riducono sensibilmente l’attuale scelta e rappresentatività democratica. Infatti l’attuale legge elettorale per la parte proporzionale stabilisce una lista bloccata di candidati scelti dalle segreterie dei partiti, senza possibilità di preferenza da parte del cittadino elettore.
Principalmente per questa ragione, il 20 e 21 settembre VOTO NO ad una riforma che limita la rappresentanza del Popolo Italiano nel Parlamento.
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