Prima l’Europa
Mancano poche ore al voto per il rinnovo del Parlamento Europeo e dico di andare a votare per l’Europa.
Se l’Europa non è unita, se le istituzioni europee non sono forti e coese, il continente europeo non sarà solo più Vecchio, ma entrerà definitivamente in agonia.
Di fronte ad una globalizzazione incalzante, sotto il profilo economico, culturale, dove le informazioni e gli eventi hanno delle ricadute inevitabili e talvolta ingovernabili, non si può pensare un singolo Paese Nazionale possa affrontare le sfide da solo di fronte agli USA, la Russia, la Cina e l’India.
Le sfida dei flussi migratori nel Mediterraneo e nei Balcani, la guerre dei dazi, il potere delle telecomunicazioni (Cfr. Google e Huawei), i cambiamenti climatici sono tutti argomenti che impongono una riflessione: può una singola nazione, come l’Italia, di 60 milioni di abitanti, riuscire a gestire queste sfide, governare delle variabili che non dipendono dal proprio sistema economico- sociale?
Chiaramente la risposta è negativa e come i Padri Fondatori dell’Europa avevano capito che per risolvere il problema dei giacimenti di carbone della Saar- Renania, causa di due guerre mondiali, era necessario collaborare e confrontarsi, ora più che mai il futuro Parlamento Europeo deve avere la coscienza che o si rafforza al suo interno oppure sarà un gigante dai piedi di argilla che alla prima sfida crollerà senza rialzarsi.
Allora all’urne del 26 maggio bisogna dire NO:
- A chi sostiene prima gli Stati Nazionali (cfr. Prima gli Italiani), pensando che l’Europa sia la causa di tutti i mali di ogni Paese;
- A chi vuole un’Europa confederale, più divisa e debole, dove prevalgono gli interessi nazionali;
- A chi vuole uscire dall’Unione Europea, pensando che il ritorno alle monete nazionali ci riservi un futuro migliore (il caso della Brexit è l’esempio del caos politico istituzionale che si è creato nel Regno Unito e la perdita di credibilità politica ed economica che ne è seguita);
- A chi vuole ripristinare le frontiere all’interno dell’area Euro, colpendo la libera circolazione delle persone e delle merci con tutti i costi sociali ed economici del caso.
Invece bisogna sostenere quei partiti politici che dicono SI’:
- Ad un’Unione Europea più forte e solidale: la libertà individuale e lo spirito solidaristico siano i pilastri dell’azione politica;
- Ad un’UE che faccia le scelte politiche economiche mettendo al centro la persona e le comunità che la compongono: l’Europa sia diversa dagli Stati Uniti dove vige un liberalismo senza limiti e dalla Cina dove il controllo e le restrizioni sono un ostacolo alla libertà individuale;
- Ad un’UE che supporti gli Stati nazionali nelle sfide mondiali;
- Ad un’UE che abbia un voce autorevole nella politica estera, rafforzando il ruolo Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza;
- Ad un’UE che sia meno burocratica, coinvolga di più il Parlamento Europeo (essendo l’unica istituzione eletta democraticamente) e sia più snella nei procedimenti decisionali;
- Ad un’Ue che sia energeticamente sostenibile e indipendente perché sappia inquinare meno e abbia fonti di approvvigionamento diversificate;
- Ad un’Ue che sappia salvaguardare le etichette dei prodotti alimentari locali: tutela con apposite normative i prodotti tipici e sappia porre delle garanzie contro le contraffazioni interne ed esterne.
Se si bilanciano i No e i Si, le conseguenze negative di chi spinge ad un indebolimento dell’UE sono ben maggiori di quelle legate alla alle attuali regole di governance dell’UE. Deve essere chiaro che il continente ha già subito una sanguinosa divisione con due guerre mondiali e sa cosa vuole essere dire essere debole sullo scenario mondiale; allora quel percorso di unità e collaborazione, nato più di 60 anni fa con il Trattato di Roma, deve proseguire. Ci saranno discussioni e confronti, ma bisogna andare avanti perché gli Stati membri si confrontino e perseverino nell’unità.
Spesso i media e la politica locale hanno dipinto, anche a ragione, l’Unione Europea come matrigna e invadente soprattutto sugli aspetti economico e bancari, ma non si può dimenticare come le risorse europee di ritorno ai singoli Paesi con il Fondo Sociale Europeo per i bandi di formazione delle persone o il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale per lo sviluppo delle imprese sono due strumenti a sostegno dell’occupazione e dell’economia di ogni nazione. E questo aspetto, insieme alla libertà di circolazione delle persone e delle merci, è una dei grandi benefici dell’Unione Europa.
Per queste ragioni è importante sostenere quei partiti che nei loro programmi vogliano rafforzare e tutelare:
- un’Europa comunitaria, unita, democratica, vicina ai bisogni delle persone, per consolidare la convivenza dei popoli europei ed essere modello nello scenario internazionale;
- i principi di solidarietà, sussidiarietà, giustizia sociale per migliorare il nostro Paese e l’Europa per dare piena cittadinanza a tutti;
- la persona, il diritto alla vita, la libertà, la giustizia, i diritti civili e la dignità di ogni essere umano;
- la famiglia in quanto nucleo fondante della società;
- il valore del lavoro e della libertà di impresa come espressioni e realizzazioni della persona umana.
I cittadini di ogni Paese Europeo devono essere consapevoli che sono anche cittadini europei e il futuro passa per l’unità, il dialogo e il confronto in Europa perché solo se uniti saremo forti (Alcide De Gasperi) per affrontare le sfide globali e dare una prospettiva di speranza ai nostri giovani.
Per l’Europa, buon voto!
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