AMT Genova ha aperto la sua campagna estiva con gli slogan “Questo autobus è tuo”, “Il trasporto pubblico è bene comune”. Mi sembra una campagna pubblicitaria in disaccordo con quanto sta accadendo con il nuovo orario estivo, dove i tagli sono stati evidenti. Penso, in particolare, alla Valpolcevera dove la linea 8, da Bolzaneto a Sampierdarena, esiste solo nelle ore di punta e non si conoscono gli orari. Basta andare su internet e scaricare l’orario completo oppure telefonare al servizio clienti e scoprire che non ci sono le partenze delle corse sussidiarie; sarebbe stato utile conoscere le partenze soprattutto per chi abita vicino ai capolinea così da evitare di attendere sotto il sole un bus che non passa. Poi la linea 7, nel resto della giornata, è insufficiente a trasportare da Rivarolo a Pontedecimo gli utenti, che, costretti a salire sui bus come delle sardine, in questi giorni hanno sfogato la propria protesta contro gli autisti e i controllori, i primi lavoratori dell’azienda con cui si rapportano i cittadini e non responsabili delle scelte dei vertici.
Una parziale soluzione sarebbe potenziare la frequenza della la linea 7 oppure mettere mezzi da 18 metri, consapevoli che bisogna intervenire al più presto per allargare il tratto di Via Brin e garantire il transito sul resto della tratta fino a Pontedecimo, ben prima dell’inizio delle scuole a settembre. Un’altra alternativa potrebbe essere la circolarità della linea 7 tra Brin e Pontedecimo, affiancata dalla circolarità dell’8 barrato (Via Avio – Rivarolo) al fine di evitare la sovrapposizione delle linee, ma garantendo contestualmente la frequenza.
I cittadini scendono in piazza per manifestare un disagio evidente contro questa razionalizzazione delle linee che si è trasformata in tagli che hanno aggravato il trasporto pubblico. L’incontro dell’azienda con i Municipi è stato positivo perché ha visto fare una marcia indietro dell’azienda sui tagli alle linee collinari ma forse non è stato sufficiente per un’approfondita riflessione con i cittadini e le loro proposte.
Al momento non so come possa pensare mio un bus su cui non posso salire o dove l’attesa alla fermata è diventata interminabile. Basta partire da un capolinea e vedere lungo un percorso quante persone sono in attesa. In queste condizioni non si può pensare di incentivare l’uso del trasporto pubblico e attrarre nuovi utenti perché facilmente questi finiranno per usare i propri mezzi.
Si teme che l’ingresso dei privati nei servizi pubblici possa portare l’aumento delle tariffe, ma, in AMT, è stata la gestione, con la maggioranza pubblica del Comune, a portare l’aumento del biglietto e degli abbonamenti, anche a scapito dei disabili i quali oltre i 10000 euro di ISEE pagano come se fossero utenti i cui disagi sono spariti. Poi si sarebbero potute prevedere tariffe differenziate in base alla dichiarazione ISEE, anche oltre i 10000 euro, tenendo conto degli abbonamenti per gli studenti, le famiglie numerose e i pensionati.
Certamente la situazione di AMT Genova ha subito il taglio che è stato imposto dal Governo con la manovra Tremonti, tuttavia anche se arrivassero una parte dei 400 milioni di euro, stanziati in cambio del via libera del federalismo regionale il 24 marzo 2011, non penso che siano risolutivi per sanare il deficit dell’azienda.
AMT va ripensata completamente e speriamo che la dirigenza con l’accordo dei sindacati e delle associazione dei consumatori trovi le soluzioni ai problemi che sono emersi in tutta la città in questo inizio d’estate perché oggi il trasporto pubblico non è né efficiente né veloce né economico.