Ieri pomeriggio, 14 dicembre, c’è stato il consiglio municipale sul Bilancio. Questione importante in tempo di vacche magre, quando i soldi sono pochi e bisogna centellinarli. Aula semi deserta. Ore 14.30, 12 consiglieri presenti, ma manca il numero legale per proseguire i lavori, altrimenti la seduta non è valida. In ritardo arriva una coppia di consiglieri. Si inizia. L’Assessore alle Politiche sociali Papi è presente a spiegare il bilancio. Premetto che mancano 4 consiglieri del PD, maggioranza relativa in Municipio.
L’assessore evidenzia che mancano 60 milioni di euro all’appello poiché i tagli lineari del Governo hanno colpito i Comuni italiani per 1500 milioni di euro nel 2011 e 2500 milioni di euro per il 2012.
E’ chiaro che fare i bilanci dei Comuni ora come ora non sia semplice per nessuno. L’ANCI ha criticato il modo di fare la manovra, priva di misure di rilancio, in particolare, il mancato avvio del federalismo fiscale vede una situazione di stallo in cui gli enti locali sono privi degli strumenti per avere una propria autonomia di entrata e di spesa. Due strumenti che sarebbero utili, cioè l’amministrazione del Catasto e l’imposta Municipale Unica, non sono ancora entrate a regime. Questa situazione non agevola nessuno e non pone le condizioni per il federalismo fiscale che ora è sulla carta con al legge 42/2009, ma non ha le risorse e i decreti necessari per questo nuovo assetto di governo locale.
Detto questo, tuttavia il Comune di Genova non è esente dalle sue responsabilità. Pur considerando sacrosanti gli sforzi fatti per mantenere lo stesso plafond di risorse per le politiche educative e sociali (scuola infanzia, assistenza anziani e disabili), tuttavia si è svegliato troppo tardi sul fronte dei controlli fiscali degli ISEE per accedere ai servizi comunali. Perché solo ora il Comune ha capito che deve accelerare i controlli da segnalare all’Agenzia delle Entrate su numerosi ISEE a valore O che sono stati presentanti in questi anni, ma con situazioni patrimoniali tutt’altro che nulle. Se l’Amministrazione comunale avesse agito ben prima di questo tempo di crisi, probabilmente non ci troveremo in una situazione in cui dobbiamo recuperare di tutta fretta le risorse per chiudere il bilancio.
Questione AMT. È evidente a tutti come stia funzionando la nostra azienda municipalizzata dei trasporti. Si prospetta un 2011 di tagli per circa tre milioni di chilometri da percorrere, l’aumento degli abbonamenti e la cassa integrazione degli autisti. Considerato che non è da ieri che l’azienda chiude i bilanci in disavanzo e il Comune copre le perdite con le poche risorse che sono a disposizione, mi chiedo quando la situazione cambierà, riorganizzando l’AMT perché l’azienda sia efficace ed efficiente sotto il profilo dei trasporti, degli orari, della strutturazione del personale.
L’invito che ho rivolto all’Assessore presente in vista delle nuove aumentate tariffe è di prevedere tariffe agevolate per le famiglie con due o più figli, in base all’attestazione ISEE, perché non è possibile fare pagare a tutti il medesimo prezzo dell’abbonamento annuale, quando è possibile far pagare in maniera proporzionale l’abbonamento, tendendo presente, ad esempio, di tre fasce di reddito di riferimento.
Fatte queste premesse, il voto espresso dal Gruppo UDC è stata l’astensione, coerentemente a quanto già espresso in sede di commissione. E’ stata una posizione di comprensione e responsabilità, considerati i tagli dallo Stato centrale, ma anche la mancanza di lungimiranza di un comune che non sa prevedere tariffe agevolate ai suoi cittadini, alle famiglie e agire nel tagliare le costanti perdite delle proprie municipalizzate.
Excursus demografico. Genova è una città che sta morendo sotto il profilo della natalità. Ogni due persone che muoiono, c’è un bimbo che nasce e la popolazione cresce solo grazie al saldo migratorio positivo, al 2009, di circa 2700 unità. Nei margini, pur limitati che ha un Comune, come ripopolare una città che sta morendo demograficamente, dove i giovani vanno fuori dalla città per lavorare? Dove sono le piccole, ma importanti azioni per sostenere la famiglia?
Il bello però viene alla fine. Fatta le considerazioni sul bilancio in cui lo stesso PdL aveva confermato l’astensione, si giunge alle dichiarazioni di voto. Il PdL e la Lega escono dall’aula e non partecipano al voto, il quorum salta e per la prima volta, in questo ciclo amministrativo, il Municipio V Valpolcevera non esprime il proprio parere sul bilancio. Le due forze di opposizione hanno fatto il loro gioco politico nel far saltare la seduta, pur avendo cambiato idea rispetto a quanto espresso (in particolare il PdL, ma la coerenza in questo periodo è merce rara!). Ma la principale responsabilità l’ha il PD che al momento della votazione aveva ben 5 assenti! Se il partito di maggioranza in municipio non considera importante il Bilancio, che è il motore delle scelte politiche, dove ha la testa?