Per riflettere sul senso della vita, del rapporto tra natura ed tecnica, in questi giorni abbiamo avuto due notizie importanti: il premio Nobel ad Dott. Edwards, padre della fecondazione assistita, e il ricorso del Tribunale di Firenze, appoggiato dai radicali, alla Corte Costituzionale contro la legge 40, in particolare sulla fecondazione eterologa.
Due notizie tra loro collegate perché sembra che si voglia sacrificare il diritto naturale sull’altare della tecnica. Perché oggi è culturalmente accettato il principio secondo cui tutto ciò che è tecnicamente possibile, sia da praticare, senza considerare gli effetti etici sulla morale e sull’antropologia.
Allora vorrei porre l’attenzione su due articoli apparsi sull’inserto “E’ Vita” di Avvenire. Qualcuno obietterà che è il giornale della CEI, dei vescovi italiani, ma vi invito a non preoccuparvi perché gli articoli sono scritti con ragionamenti laicamente ispirati.